Breve storia del ricamo
Il ricamo, un’arte antica, perché testimoniata già al tempo dei Faraoni e delle civiltà precolombiane, appartiene ormai, insieme ad altre arti cosiddette minori, a quel settore artigianale a cui, da sempre, si sono dedicate persone di entrambi i sessi, di differente estrazione sociale e di qualsiasi età, talvolta come passatempo, ma più spesso come mezzo di sostentamento.
È ormai certo che nel Medioevo i monaci, oltre che amanuensi e miniaturisti, erano anche ricamatori e che le castellane passavano molte ore della giornata a creare con ago e filo storie d’amore, ma anche di guerre e di battaglie.
Tra il ‘300 e il ‘400 il ricamo si svolgeva anche all’esterno delle mura conventuali, in veri e propri laboratori, dove si incontravano abili artigiani e artisti del disegno, spesso di grande fama, che non disdegnavano di creare disegni e modelli preparatori da ricamare.
Nell’800 poi, la trasformaz ione di molti conventi in conservatori, dove trovavano ospitalità fanciulle povere o orfane, vide il ricamo diventare un’attività mirata a salvaguardare l’onestà femminile. Come infatti dimostrano molti lavori conservati fino a noi, queste giovani donne si dedicarono a questa occupazione con religiosa passione e certosina pazienza.
Ancora nella prima metà del Novecento, il ricamo ha fatto parte del mondo femminile. L’usanza di ricamare il corredo per le proprie nozze o per l’arrivo di un figlio ha infatti scandito molte giornate di donne di ogni ceto sociale: sedute dentro casa accanto al camino oppure all’aperto sulla soglia di casa, esse ci rammentano il sapore antico del tempo che fu.
Il boom economico, il diverso valore dato al tempo e un nuovo assetto del quadro familiare, determinarono una rapida scomparsa di questa arte.
Così gli oggetti di uso quotidiano delle nostre nonne, sono pian piano diventati così rari e preziosi, da essere addirittura conservati all’interno dei musei.
Corso Estate 2020
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