I cantieri di Betania. Il Cammino sinodaIe continua.

Il documento della CEI per il secondo anno del Cammino sinodale (leggi)

Preghiera per la pioggia

GRAZIE, SIGNORE, PER LA PIOGGIA

“Dio, nostro Padre, Signore del cielo e della terra (Mat. 11, 25),
tu sei per noi esistenza, energia e vita (At. 17, 28).
Tu hai creato l’uomo a tua immagine (Gen. 1. 27-28)
perché con il suo lavoro faccia fruttificare
le ricchezze della terra
collaborando così alla tua creazione.
Siamo consapevoli della nostra miseria e debolezza:
nulla possiamo senza di te (Cfr. Gv. 15).
Tu, Padre buono, che su tutti fai brillare il tuo sole (Mat. 5, 45)
e cadere la pioggia,
abbi compassione di quanti soffrono duramente
per la siccità che ci ha colpito in questi giorni.
Ascolta con bontà le preghiere a te rivolte
fiduciosamente dalla tua Chiesa (Luc. 4, 25),
come esaudisti le suppliche del profeta Elia (1 Re 17, 1),
che intercedeva in favore del tuo popolo (Giac. 5, 17-18).
Fa’ scendere dal cielo sopra la terra arida
la pioggia sospirata,
perché rinascano i frutti (Ibid. 5, 18)
e siano salvi uomini e animali (Sal. 35, 7).
Che la pioggia sia per noi il segno
della tua grazia e benedizione:
così, riconfortati dalla tua misericordia (Cfr. Is. 55, 10-11),
ti renderemo grazie per ogni dono della terra e del cielo,
con cui il tuo Spirito soddisfa la nostra sete (Gv. 7, 38-39).
Per Gesù Cristo, tuo Figlio, che ci ha rivelato il tuo amore,
sorgente d’acqua viva zampillante per la vita eterna (Ibid. 4, 14).
Amen”.

San Paolo VI Papa, Angelus del 4/7/1976

Una firma per l’Oratorio al Crocifisso

il numero di codice fiscale da scrivere nel riquadro della Dichiarazione dei Redditi insieme con la tua firma

c.f. 91079210406

Processione delle Palme 2022

Letture, salmi e canti per la processione

Canto iniziale: SANTO – (Zairese)

Rit.          

Osanna-e, osanna-e
osanna a Cristo Signor.
Osanna-e, osanna-e
osanna a Cristo Signor.

Santo, Santo, Osanna  (2v) Rit.
I cieli e la terra, o Signore, sono pieni di Te. (2v) Rit.
Benedetto colui che viene, nel nome tuo Signor. (2v) Rit.

 

 Commemorazione dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme


C: La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.
T: E con il tuo spirito.

C: Fratelli e sorelle, fin dall’inizio della Quaresima abbiamo cominciato a preparare i nostri cuori attraverso la penitenza e le opere di carità. Oggi siamo qui radunati affinché con tutta la Chiesa possiamo essere introdotti al mistero pasquale del nostro Signore Gesù Cristo, il quale, per dare reale compimento alla propria passione e risurrezione, entrò nella sua città, Gerusalemme. Seguiamo perciò il Signore, facendo memoria del suo ingresso salvifico, con fede e devozione, affinché, resi partecipi per grazia del mistero della croce, possiamo aver parte alla risurrezione e alla vita eterna.

C: Preghiamo. Dio onnipotente ed eterno, benedici + questi rami [di ulivo], e concedi a noi tuoi fedeli, che seguiamo esultanti Cristo, nostro Re e Signore, di giungere con lui alla Gerusalemme del cielo. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

T: Amen.

Aspersione dei rami con l’acqua benedetta.

Vangelo (Lc 19,28-40)

+ Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: «Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».

Parola del Signore.

T: Lode a te, o Cristo

Invito alla processione

C: Imitiamo, fratelli e sorelle, le folle che acclamavano Gesù, e procediamo in pace.
T: Nel nome di Cristo. Amen.

Inizia la processione dietro alla croce

 

Processione


Osanna-e, osanna-e
osanna a Cristo Signor. (2v)

dal Messaggio di Papa Francesco per la Giornata mondiale della pace – 1° gennaio 2022:

In ogni epoca, la pace è insieme dono dall’alto e frutto di un impegno condiviso.
C’è, infatti, una “architettura” della pace, dove intervengono le diverse istituzioni della società,
e c’è un “artigianato” della pace che coinvolge ognuno di noi in prima persona.
Tutti possono collaborare a edificare un mondo più pacifico:
a partire dal proprio cuore e dalle relazioni in famiglia, nella società e con l’ambiente,
fino ai rapporti fra i popoli e fra gli Stati.

Osanna-e, osanna-e
osanna a Cristo Signor. (2v)

dal salmo 24 (23)

Lettore 1:

Del Signore è la terra e quanto contiene,
il mondo, con i suoi abitanti.
Chi potrà salire il monte del Signore?
Chi potrà stare nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro,
chi non si rivolge agli idoli,
non giura con inganno.
Egli otterrà benedizione dal Signore,
giustizia da Dio sua salvezza.
Ecco la generazione che lo cerca,
che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe.

Osanna-e, osanna-e
osanna a Cristo Signor. (2v)

dal salmo 84 (83)

Lettore 1:
Beato chi abita nella tua casa:
senza fine canta le tue lodi.
Beato l’uomo che trova in te il suo rifugio
e ha le tue vie nel suo cuore.
Passando per la valle del pianto
la cambia in una sorgente;
anche la prima pioggia
l’ammanta di benedizioni.
Cresce lungo il cammino il suo vigore,
finché compare davanti a Dio in Sion.
Guarda, o Dio, colui che è il nostro scudo,
guarda il volto del tuo consacrato.

Osanna-e, osanna-e
osanna a Cristo Signor. (2v)

Dall’omelia di Papa Francesco in visita a Malta – 3 aprile 2022

Anzitutto, si tratta di riscoprire l’essenziale della fede.
Tornare alla Chiesa delle origini non significa guardare all’indietro
per copiare il modello ecclesiale della prima comunità cristiana.
Non possiamo “saltare la storia”, come se il Signore non avesse parlato
e operato grandi cose anche nella vita della Chiesa dei secoli successivi.
Non significa nemmeno essere troppo idealisti,
immaginando che in quella comunità non ci fossero difficoltà;
al contrario, leggiamo che i discepoli discutono e arrivano persino a litigare tra di loro,
e che non sempre comprendono gli insegnamenti del Signore.
Piuttosto, tornare alle origini significa recuperare lo spirito della prima comunità cristiana,
cioè ritornare al cuore e riscoprire il centro della fede:
la relazione con Gesù e l’annuncio del suo Vangelo al mondo intero.
E questo è l’essenziale! Questa è la gioia della Chiesa: evangelizzare.

Gloria canta al Signore Gerusalemme,
loda Sion il tuo Dio. (3v)

dal salmo 47 (46)

Lettore 2:
Popoli tutti, battete le mani!
Acclamate Dio con grida di gioia,
perché terribile è il Signore, l’Altissimo,
grande re su tutta la terra.
Egli ci ha sottomesso i popoli,
sotto i nostri piedi ha posto le nazioni.
Ha scelto per noi la nostra eredità,
orgoglio di Giacobbe che egli ama.

Gloria canta al Signore Gerusalemme,
loda Sion il tuo Dio. (3v)

Lettore 2:
Ascende Dio tra le acclamazioni,
il Signore al suono di tromba.
Dio regna sulle genti,
Dio siede sul suo trono santo.
Sì, a Dio appartengono i poteri della terra:
egli è eccelso. Cantate inni a Dio,
cantate inni al nostro re, cantate inni;

Gloria canta al Signore Gerusalemme,
loda Sion il tuo Dio. (3v)

 

Dall’omelia di Papa Francesco in visita a Malta –3 aprile 2022

La crisi della fede, l’apatia della pratica credente soprattutto nel dopo-pandemia
e l’indifferenza di tanti giovani rispetto alla presenza di Dio
non sono questioni che dobbiamo “addolcire”,
pensando che tutto sommato un certo spirito religioso resista ancora, no.
A volte, infatti, l’impalcatura può essere religiosa,
ma dietro a quel vestito la fede invecchia.
L’elegante guardaroba degli abiti religiosi, infatti,
non sempre corrisponde a una fede vivace
animata dal dinamismo dell’evangelizzazione.
Occorre vigilare perché le pratiche religiose
non si riducano alla ripetizione di un repertorio del passato,
ma esprimano una fede viva, aperta, che diffonda la gioia del Vangelo,
perché la gioia della Chiesa è evangelizzare.

 Quale gioia! Mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Ora i piedi, o Gerusalemme,
si fermano davanti a te.

 dal salmo 122 (121)

Lettore 3:
Gerusalemme è costruita
come città unita e compatta.
È là che salgono le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge d’Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i troni per il giudizio,
i troni della casa di Davide.

Quale gioia! Mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Ora i piedi, o Gerusalemme,
si fermano davanti a te.

Lettore 3:
Chiedete pace per Gerusalemme:
vivano sicuri quelli che ti amano:
sia pace nelle tue mura,
sicurezza nei tuoi palazzi.
Per i miei fratelli e i miei amici,
io dirò: «Su di te sia pace!»
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.

Quale gioia! Mi dissero:
«Andremo alla casa del Signore!».
Ora i piedi, o Gerusalemme,
si fermano davanti a te.

 

Dall’omelia di Papa Francesco in visita a Malta – 3 aprile 2022

Fratelli e sorelle, fate “sinodo”, cioè “camminate insieme”.
Perché Dio è presente dove regna l’amore!
Il culto a Dio passa per la vicinanza al fratello.
Senza sospetti, senza divisioni, dicerie, chiacchiere e diffidenze.
L’accoglienza reciproca, non per pura formalità
ma in nome di Cristo, è una sfida permanente.
Lo è anzitutto per le nostre relazioni ecclesiali,
perché la nostra missione porta frutto se lavoriamo nell’amicizia
e nella comunione fraterna.
Ma l’accoglienza è anche la cartina di tornasole per verificare
quanto effettivamente
la Chiesa è permeata dallo spirito del Vangelo.
Maria, la madre, e Giovanni, il discepolo, si accolgono, ai piedi della Croce,
non nel caldo rifugio del cenacolo, ma presso la croce, in quel luogo oscuro
in cui si veniva condannati e crocifissi come malfattori.
E anche noi,
non possiamo accoglierci solo tra di noi,
all’ombra delle nostre belle Chiese, mentre fuori
tanti fratelli e sorelle soffrono
e sono crocifissi
dal dolore, dalla miseria,
dalla povertà, dalla violenza.
Ecco il Vangelo che siamo chiamati a vivere:
accogliere, essere esperti di umanità, accendere fuochi di tenerezza
quando il freddo della vita incombe su coloro che soffrono.

 Il Signore è la mia salvezza
e con Lui non temo più,
perché ho nel cuore la certezza:
la salvezza è qui con me.

dal salmo 48 (47)

Lettore 4:
Grande è il Signore e degno di ogni lode
nella città del nostro Dio.
La tua santa montagna, altura stupenda,
è la gioia di tutta la terra.
Il monte Sion, vera dimora divina,
è la capitale del grande re.
Dio nei suoi palazzi,
un baluardo si è dimostrato.

Il Signore è la mia salvezza
e con Lui non temo più,
perché ho nel cuore la certezza:
la salvezza è qui con me.

Lettore 4:
O Dio, meditiamo il tuo amore
dentro il tuo tempio.
Come il tuo nome, o Dio,
così la tua lode si estende
sino all’estremità della terra;
di giustizia è piena la tua destra.

Il Signore è la mia salvezza
e con Lui non temo più,
perché ho nel cuore la certezza:
la salvezza è qui con me.

 

Dall’Atto di Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra,
noi, in quest’ora di tribolazione, ricorriamo a te.
Tu sei Madre, ci ami e ci conosci:
niente ti è nascosto di quanto abbiamo a cuore.
Madre di misericordia, tante volte abbiamo sperimentato
la tua provvidente tenerezza,
la tua presenza che riporta la pace,
perché tu sempre ci guidi a Gesù, Principe della pace.
Ma noi abbiamo smarrito la via della pace.
Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso,
il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali.
Abbiamo disatteso gli impegni presi come Comunità delle Nazioni
e stiamo tradendo
i sogni di pace dei popoli e le speranze dei giovani.

 Ave Maria

 Com’è bello dar lode al Signor
cantare al nome tuo santo,
e di giorno annunziare il tuo amor,
la tua fedeltà per sempre, la tua fedeltà Signor!

dal salmo 125 (124)

Lettore 5:
Chi confida nel Signore è come il monte Sion:
non vacilla, è stabile per sempre.
Non resterà lo scettro dei malvagi
sull’eredità dei giusti,
perché i giusti non tendano le mani
a compiere il male.
Sii buono, Signore, con i buoni
e con i retti di cuore.

Com’è bello dar lode al Signor
cantare al nome tuo santo,
e di giorno annunziare il tuo amor,
la tua fedeltà per sempre, la tua fedeltà Signor!

dal salmo 146 (146-147)

Lettore 5:
È bello cantare inni al nostro Dio,
è dolce innalzare la lode.
Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d’Israele;
risana i cuori affranti e fascia le loro ferite.
Grande è il Signore nostro,
grande nella sua potenza;
Egli mette pace nei tuoi confini.

 Com’è bello dar lode al Signor
cantare al nome tuo santo,
e di giorno annunziare il tuo amor,
la tua fedeltà per sempre, la tua fedeltà Signor!

 

Dall’Atto di Consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra, ci siamo ammalati di avidità,
ci siamo rinchiusi in interessi nazionalisti,
ci siamo lasciati inaridire dall’indifferenza e paralizzare dall’egoismo.
Abbiamo preferito ignorare Dio, convivere con le nostre falsità,
alimentare l’aggressività, sopprimere vite e accumulare armi,
dimenticandoci
che siamo custodi del nostro prossimo
e della stessa casa comune.
Abbiamo dilaniato con la guerra il giardino della Terra,
abbiamo ferito
con il peccato il cuore del Padre nostro,
che ci vuole fratelli e sorelle.
Siamo diventati indifferenti a tutti e a tutto, fuorché a noi stessi.
E con vergogna diciamo:
perdonaci, Signore!

Ave Maria

O Maria, Madre di Dio e Madre nostra,
nella miseria del peccato, nelle nostre fatiche e fragilità,
nel mistero d’iniquità del male e della guerra,
tu, Madre santa, ci ricordi che Dio non ci abbandona,
ma continua a guardarci con amore,
desideroso di perdonarci e rialzarci.
È Lui che ci ha donato te e ha posto nel tuo Cuore immacolato
un rifugio per la Chiesa e per l’umanità.
Per bontà divina sei con noi e anche nei tornanti più angusti della storia
ci conduci con tenerezza.

Ave Maria

Accogli, o Madre, questa nostra supplica.
Tu, stella del mare, non lasciarci naufragare
nella tempesta della guerra.
Tu, arca della nuova alleanza,
ispira progetti e vie di riconciliazione.
Tu, “terra del Cielo”,
riporta la concordia di Dio nel mondo.
Estingui l’odio, placa la vendetta,
insegnaci il perdono.
Liberaci dalla guerra,
preserva il mondo dalla minaccia nucleare.
Regina del Rosario,
ridesta in noi il bisogno di pregare e di amare.
Regina della famiglia umana,
mostra ai popoli la via della fraternità.
Regina della pace,
ottieni al mondo la pace.

Ave Maria

Osanna-e, osanna-e
osanna a Cristo Signor.

Nazareth-Loreto: una sola casa

da IL MESSAGGIO DELLA SANTA CASA· OTTOBRE – NOVEMBRE 2021 – pag.284·

 

NAZARETH – LORETO UNA SOLA CASA

 

Guardiamo un po’ da vicino il mistero che la Sacra Scrittura ci dice riguardo a Maria di Nazareth (Luca 1,26-38).

Nazareth era una cittadina sconosciuta della Galilea e malfamata per quei pochi che ne avevano sentito parlare. Quattro case scavate nel fianco della montagna con poche centinaia di abitanti. Nessun accenno nella geografia dei libri sacri. Era un villaggio di poveri, e la povera gente, come si sa, non fa mai notizia, né allora né oggi!

Erano gli ultimi giorni di marzo. La primavera cominciava a farsi sentire. Faceva ancora un po’ freschino, ma i fiori cominciavano a sbocciare restituendo colore ai rami spogliati dal rigido inverno. Maria aveva già messo le pentole sul fuoco per preparare il pranzo. Era appena tornata dal pozzo. Era stanca. Il sudore le colava lungo il viso. Vo leva riposarsi, ma non riusciva a tenere ferma la testa. Le veniva in mente tutto ciò che aveva discusso con le sue vicine ai bordi del pozzo. Le cose non andavano bene: il loro paese era in mano agli stranieri che sfruttavano la gente. I ricchi, lecca piedi professionisti, si erano alleati con loro. Pur di conservare i propri privilegi, avevano venduto l’anima ai romani. La corruzione, il lusso e l’immoralità erano di casa nei loro palazzi. A farne le spese erano i poveri. La polizia non aveva nessun rispetto per la gente umile. Gli esattori delle tasse sembravano delle sanguisughe. Erano abili nello spillare quattrini. Il lavoro dei poveri non aveva alcun valore. Dappertutto erano evidenti i segni della fame, della miseria e della violenza. Persino nel tempio non c’era spazio per i poveri: i posti migliori erano assegnati ai pezzi grossi.

Erano queste le cose che la gente commentava a mezza voce, quando andava a prendere acqua alla fonte. Era l’argomento del giorno, soprattutto nella Galilea. Maria meditava tutte queste cose nel suo cuore. Sarà che Dio si era dimenticato del suo popolo? Sarà che era diventato sordo al grido degli oppressi? Le sembrava di diventare pazza, quando all’improvviso la sua casa fu invasa da una luce e si udì una voce: Gioisci Maria, il Signore è con te! Non avere paura. Nessuno vuole farti del male. Anzi, puoi ritenerti fortunata. Dio ti ha scelta per essere la Madre del Salvatore.

Sorpresa totale! Proprio lei, così piccola e in­significante, viene invitata ad essere la madre del liberatore dell’umanità. Non le sembrava possibile. Doveva esserci un errore. Forse l’angelo aveva sbagliato indirizzo. Capitava spesso. A Nazareth le case erano tutte uguali. Doveva trattarsi sicuramente della vicina che non desiderava altro che abbandonare quel posto malfamato.

– Come è possibile se non sono ancora sposata? Non avere paura, Maria! A Dio nulla è impossibile. Anche tua cugina Elisabetta, così anziana, è già al sesto mese di gravidanza, mentre tutti sapevano che non poteva aver figli.

Maria non aveva più scuse da trovare. Le tremavano le gambe, ma non ci pensò due volte. Si consegnò nelle mani di Dio.

– Ecco l’ancella del Signore. Si faccia di me secondo la tua parola.

E tutto questo, forse, può sembrare ovvio, o forse poco, ma le cose non stanno affatto così! Nulla è ovvio e neppure banale quando Dio e l’uomo si alleano!

Maria conosce bene, anzi benissimo, la cultura, le leggi e le tradizioni del suo popolo. Maria sa, perché lo avrà visto tante volte, la fine che fanno, tra la sua gente, le donne adultere, donne in attesa di figli fuori dal matrimonio: vengono uccise con la lapidazione in una pubblica piazza. Maria lo sa. E allora che fa? Si nasconde? Si trucca per non mostrare la verità che c’è nel suo grembo o del suo viso che diventa sempre più bello? Scappa? Chiede a Dio di cambiarle nazionalità? Chiede a qualcuno un modulo di protezione particolare? No, Maria continua la sua vita di povera ragazza di Nazareth. Continuerà a fare le pulizie di casa, andrà ancora a fare la spesa, andrà al pozzo a prendere l’acqua e dovunque andrà sentirà come un insopportabile alito pesante il chiacchiericcio delle sue amiche, delle comari sempre presenti e con la parola pronta a ferire: ma guarda quella lì, sembrava una santarellina e invece …!!!

Maria sa che ad ogni istante potrà essere acchiappata per i capelli, venire trascinata in una piazza e lì venire lapidata. Maria sa che il suo “Sì” al Signore le può arrecare la morte, una morte vera e non presunta. Eppure, va avanti con coraggio, a testa alta. non arretra di un millimetro, non cambia nulla delle sue abitudini, se ne infischia di quello che potranno pensare gli altri, lei sa di non avere fatto nulla di male, assolutamente nulla. Lei sa che con la sua povertà arricchirà la terra e la inonderà di pace e salvezza: il suo grembo contiene tutto questo. Lei sa pure che il Dio dei suoi padri non la abbandonerà perché è il Fedele.

Lei è pura, lei è generosa, lei ha imparato a guardare la vita da lassù, lei, ancora piccola, ha già imparato a volare alto, molto alto nella vita, guarda già la vita dalla stessa prospettiva di Dio. Maria donna di grande coraggio, di un coraggio sovrumano, capace di sfidare tutto e tutti. Lei non si ferma, non ha paura.

Quante cose ci insegna questa piccola donna, di un piccolo paesino, abitante una piccola casetta, che con una piccola parolina (“Sì”) … ha saputo cambiare alla grande il mondo intero, e per sempre.

Guardiamo, perciò a Maria per imparare cosa vuol dire avere coraggio di testimoniare l’amore di Dio, osare nella vita, avere ideali e valori nei quali credere, per i quali lottare e persino morire, se necessario.

Maria, non una piccola donnina dal collo storto, non una persona imbottita come un salame immangiabile con una fede bigotta, non una creaturina spaventata, non una chiacchierona di cose sacre …, ma grande donna di grande coraggio. Vera figlia dell’umanità, vera sposa di Dio. Vera creatura e vera Madre del suo Creatore. Che modello per ognuno di noi!

Maria persona straordinaria, diremmo “una bella persona” – un giorno suo Figlio, anche lui sarà “il pastore bello” -, persona che da duemila anni fa sognare e scuotere le nostre coscienze e ci spinge e stimola a sognare con i sogni di Dio.

A Nazareth, c’è un detto che tutti, ebrei, cristiani e musulmani, amano dire: “Le ragazze di Nazareth sono le più belle del mondo perché tutte un po’ somigliano a Maria! “.

 

Scena dell’Annunciazione Serie Jesus Mafa, Camerun (Africa)

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D’ora in poi non dovrai più scrivere l’indirizzo, ma toccando questa icona arriverai direttamente nel sito della parrocchia e potrai conoscere vita e persone della comunità.

Orario SS. Messe dal 15 settembre

dal 15 settembre 2021


Lugoj (Romania) si chiude

Riporto l’ultima e-mail ricevuta da Lugoj (Romania) il 12/05/2021 dopo la segnalazione che il bonifico da me fatto al solito conto bancario non era andato a buon fine:

Buongiorno Don Roberto (?), grazie del suo interesse per i nostri poveri. Putroppo abbiamo da poco chiuso la nostra attivita a Lugoj. E anche la comunita. Ma abbiamo aperto da due anni un altr casa a Oravița, non molto montano da Lugoj. Li abbiamo un centro rezidențiale per le famiglie con bambino vittime della violena domestica. Se lei vuole puo mandate li il ricavato. Ce ne tanto bisogno anche li. In allegato trova i danti bancare. La superiora della comunita și chiama se Tereza Hortolomei. Îl suo Nr di telefono è….
Grazie ancora. Il Signore benedica la sua vita.

Con rispetto sr Mihaela Branici


UN PO’ DI STORIA

Stampa locale: il Ponte, capodanno 2009

Stampa locale: Corriere Romagna dicembre 2008

 

 

Created by Readiris, Copyright IRIS 2007

Che parrocchia siamo. Che comunità vogliamo essere.

Lunedì  8 febbraio ore 20,50
SERATA DI FORMAZIONE (online) per tutti

CHE PARROCCHIA SIAMO.
CHE COMUNITA’ VOGLIAMO ESSERE.

ASCOLTEREMO LA REGISTRAZIONE (solo audio) della riflessione che Serena Noceti, teologa, ha proposto al Consiglio Pastorale Diocesano il 30/01/2021

il link per il collegamento https://meet.google.com/mik-foby-ukg 

Serena Noceti

il servizio del Lettore della Parola di Dio

intervento di Rino Morri
nella “Domenica della Parola di Dio”
(24 gennaio 2021)

Buongiorno a tutti, mi chiamo Rino, ho sempre fatto parte di questa comunità e sono uno dei due lettori istituiti che attualmente ci sono in parrocchia, per questo mi vedete spesso a proclamare la Parola, ed oggi mi è stato chiesto di condividere con voi alcune riflessioni sulla mia scelta.
Il ministero del Lettorato, che viene conferito dal Vescovo e che Papa Francesco ultimamente ha reso accessibile alle donne, venne istituito dopo il Concilio dove si era preso atto che era arrivato il momento di far sì che i laici avessero accesso alla Parola di Dio.
Nel decreto di istituzione si legge: “Il lettore istituito è il ministro della proclamazione della Parola, deve proclamare cioè, deve dire a voce alta, a nome di un altro, a favore degli altri”.
Io ho iniziato nel 1984, dopo un periodo di preparazione con incontri mensili in Seminario, fra l’altro se non ricordo male uno dei sacerdoti che teneva il corso era don Renato. A chi mi chiede perché ho scelto di fare il lettore, rispondo sempre: “Per vocazione di don Tonino”, il vulcanico parroco che aveva rivoluzionato la nostra calma vita parrocchiale e fatto prendere in mano la Bibbia. Alle mie obiezioni, non sapevo nemmeno cosa fosse il lettorato, mi rispose: “Vai, poi strada facendo imparerai”, e devo riconoscere che non aveva torto, se si aspetta di essere pronti, di essere formati non si parte mai.
E’ dopo l’istituzione che mi sono reso conto che della Parola di Dio ne sapevo veramente poco, allora ho cominciato a leggere la Bibbia, cosa non facile… anche per il poco tempo disponibile, e devo dire di aver accantonato l’idea e ricominciato piano piano trovando aiuto in alcuni impegni concreti:
-Ho cominciato a far parte dell’equipe liturgica, dove si preparavano le liturgie per le domeniche in cui si celebravano momenti forti del cammino pastorale, all’inizio partecipando come spettatore muto, poi nel tempo aiutato dal clima di amicizia mi sono inserito, forse anche troppo e qui che ho imparato che una liturgia non è riuscita quando tutto è perfetto, ma quando riesce a coinvolgere e valorizzare ciò che ognuno prepara, lasciando anche spazio alla spontaneità e agli imprevisti.
-Essere stato, ancora una volta per scelta dello stesso prete di cui sopra, animatore delle piccole comunità, ed anche qui devo dire grazie a chi mi ha spinto a farlo, perché questi incontri con al centro la Parola di Dio mi hanno aiutato ad approfondirla ed il confronto con gli altri mi ha fatto prendere coscienza che i miei dubbi, le mie difficoltà erano anche le loro, inoltre si è instaurato un clima di amicizia che ci accompagna ancora oggi. (Oggi le piccole comunità sono in crisi, non solo per il covid, dovremmo ridargli vita). Salto un lungo periodo di tempo fatto di incontri vari, cambio di parroci, ed arrivo al momento in cui ho lasciato il lavoro; avendo più tempo ha disposizione ho approfondito la ricerca della Parola con la lettura del Vangelo del giorno e relativa riflessione, oggi ne abbiamo tante a disposizione, è un aiuto per affrontare in modo diverso la giornata.
In questi ultimi tempi mi hanno fatto riflettere due interventi in modo particolare. Uno del Vescovo Francesco, che nei pellegrinaggi diocesani ci ha invitato a chiederci: “Quale volto di Dio ci portiamo nel cuore? Con quale volto di Dio ci siamo incontrati?”.
Poi una riflessione di padre Ermes Ronchi che afferma: “Siamo burocrati delle regole… e analfabeti del cuore”. Sì la mia, la nostra fede, troppo spesso è legata a delle regole a dei precetti, fatto questo sono a posto.
Di fronte a queste provocazioni ti viene voglia di prendere in mano il Vangelo e scoprire quale volto del Padre Gesù ci ha svelato e trovare un Padre che non ci cataloga secondo le regole, a volte pesanti, che come uomini e come Chiesa ci siamo dati, ma un Padre che ci ama prima di tutto e al di sopra di tutto, è solo l’amore che lo muove. Sceglie uomini peccatori come noi per costituire il primo nucleo della Chiesa, non condanna mai nessuno, ricerca, ama, perdona. Attraverso questa Parola scopro ogni giorno di essere amato e per questo, se lo voglio, posso amare e cercare di cambiare me stesso invece di voler cambiare gli altri.
L’ultima riflessione riguarda la Messa, per me è importante prepararmi leggendo le letture che verranno proclamate la domenica, oggi si discute se lasciare o togliere i foglietti, io penso sia più importante arrivare preparati, si potrebbero proporre degli incontri sulle letture della domenica. Il cammino da fare sembra difficile, io ho trovato aiuto in un’altra espressione di padre Ermes Ronchi: “Non pretendiamo di fare tutto in una volta, ma un piccolo passo alla volta è possibile per tutti”.

Spero di non aver approfittato della vostra pazienza, grazie e buona domenica della Parola.

Caritas – Un posto per loro

OFFERTE PARROCCHIA DEL CROCIFISSO 

19-20 dicembre 2020

1.630,00

 

gruppo Primo Annuncio

Oggi si è riunito per la prima volta il nuovo gruppo di catechismo chiamato del “Primo Annuncio”, cioè i bambini che iniziano il percorso di Iniziazione cristiana. Incontro di conoscenza e di preparazione al Natale. I nostri nomi formano una catena e siamo tenuti uniti da Gesù.

Nick, ragazzo di pace

Quando Nick sfrega il talismano che gli ha regalato il nonno Adelmo entra in un mondo fantastico dove può vivere avventure nei panni di qualche animale. Vive così delle esperienze che lo cambiano, lasciandogli capacità che non credeva di avere. Entra in azione; riesce a cambiare le situazioni che vive, le persone che gli stanno intorno. Comincia a maturare in lui un frutto dello Spirito!

 

A occhi bassi

Era suonata la campanella: il momento dell’intervallo. Tutti i ragazzi si erano spinti sul corridoio, tirando fuori la voce dopo tre ore di silenzio.

Quel mercoledì era stato il giorno della verifica di matematica; con la professoressa Rivetti non c’era possibilità di copiare.

Come al solito aveva esagerato con gli esercizi e con le difficoltà; a che scopo? Nick si era appoggiato al muro, come per farsi sostenere in tutta la sua stanchezza.

Continuava a chiedersi che senso avesse mettere nella verifica degli esercizi che la professoressa non aveva spiegato e che nessuno sapeva fare.

La scuola per Nick era dura; non sopportava di dover studiare le materie che non gli interessavano. A testa bassa gli arrivò un discorso alle orecchie; riconobbe subito la voce di Pietro.

«Professoressa, devo dirle che durante la verifica Luisa e Nick hanno copiato; sono proprio davanti a me di banco. Mi scusi, ma ho pensato di doverglielo dire».

Nick sentì le mani tremare e una forza dentro che non pensava di avere. Appena la professoressa si allontanò si buttò sopra Pietro come un leone su un coniglio: le mani spingevano forte le spalle di Pietro, ormai a terra. La fronte pulsava, aumentava il sudore:

Nick sentiva la voce uscirgli da dentro, ma senza poter distinguere le parole… In quel momento cadde a terra il talismano che Nick aveva messo in tasca prima della verifica, come portafortuna: gli occhi caddero subito sulla sua forma.

Come per istinto, Nick staccò le mani dal corpo di Pietro e con la destra prese il talismano: lo strinse forte nel pugno. Un attimo dopo sentì un suono magnifico dentro le orecchie e …

… provò il sapore aromatico dei germogli del ginepro, delle tuie e del tasso, insieme agli insetti che erano stuzzichini deliziosi e che la sua nuova forza d’orso gli permetteva di trovare facilmente.

Infatti, grazie ai suoi artigli lunghi ben consolidati e ai potenti muscoli delle zampe anteriori, poteva sventrare un tronco in pochi secondi, facendolo letteralmente a pezzi. Ingoiò centinaia di formiche con il loro gusto acidulo e le grasse, succose larve di coleottero che scovava abilmente nel legno marcio con il muso e con la punta della sua lingua particolarmente morbida e sensibile.

Era un abile cacciatore di piccole prede: topi, scoiattoli, lepri e qualche visone. Sapeva pescare nel fiume con abilità straordinaria: le rane, le trote, i gamberi servivano a nutrire il suo gigantesco corpo di più di trecento chili. Tutti gli animali della foresta avevano il terrore di incontrarlo, anche le linci e i lupi.

Un mattino, mentre cercava qualcosa per calmare il suo formidabile appetito, si accorse di un giovane cacciatore indiano che stava seguendo le sue tracce.

Portava a tracolla una faretra piena di frecce e stringeva in pugno un arco ben bilanciato. Nick-orso capì il pericolo che correva e, facendo attenzione a non far rumore spezzando rami secchi, correndo sul muschio, si immerse in una macchia di cespugli fitti e intricati.

Il cacciatore però era molto abile e trovò le sue tracce. L’orso era tormentato dalla fame e dalla sete. Mise in atto un comportamento astuto (ma molto umano): uscì dai cespugli e, camminando all’indietro, si diresse verso il torrente, ricco di pesci e di acqua. Così le sue tracce sembravano provenire dal fiume. Il giovane cacciatore in un primo tempo si fece ingannare. Poi, sbalordito dal comportamento così stranamente astuto dell’orso, riprese a braccarlo.

Nick-orso si dissetò al torrente e si saziò con alcune grosse trote.

Stava frugando tra le pietre per cercare qualche appetitoso gambero, quando un sibilo maligno tagliò l’aria.

La freccia gli penetrò nella spalla e la ferita cominciò a sanguinare. Furioso per il dolore, l’orso si raddrizzò in tutta la sua altezza sulle possenti zampe posteriori per meglio vedere dove si trovava il nemico e fulmineo, nonostante la mole, caricò con tutta la sua forza, non appena vide una sagoma muoversi tra gli alberi.

L’attacco fu così rapido che quasi subito sentì il corpo del cacciatore sotto di lui, schiacciato dal suo enorme peso. Avrebbe potuto stritolargli la testa come fosse una nocciolina, ma in quel momento sentì il cuore del cacciatore che batteva disperatamente.

Barrì facendo tremare l’aria e alzò la micidiale zampa. Una frazione di secondo prima di calarla sul capo del cacciatore, si fermò.

Poi si rialzò e si dileguò nella foresta, lasciando, con un gesto di pura bontà, la vita salva a chi aveva tentato di togliergli la sua. Ritornò ai piedi della montagna, dove c’era una caverna. Si leccò la ferita e tentò di strappare via la freccia con i denti. In quel momento, un’altra micidiale freccia gli trafisse il cuore e lo privò della vita.

Ebbe il tempo di pensare che il giovane cacciatore non aveva capito niente.

«Ora so che cosa devo fare!»

La fronte tornò a pulsare, e Nick sentì di nuovo il contatto con il pavimento. Pietro era davanti a lui, per terra, terrorizzato. Intorno si era formato un gruppo di ragazzi; tutti curiosi di vedere come sarebbe andata a finire. Nick incrociò lo sguardo di Luca; aveva il cellulare in mano, pronto a filmare una rissa.

«Ora so che cosa devo fare!». Nick guardò Pietro, muovendo la testa con un cenno di resa: «Lasciamo stare, pensa come vuoi, ma io non ho copiato e comunque nessun altro qua dentro avrebbe mai avuto il coraggio di dire ‘ste cose alla professoressa». Pietro restò in silenzio. Nick si allontanò tranquillo. Pensò: «Nessun rancore».

Nessuno di loro due avrebbe mai immaginato che il giorno dopo sarebbero stati insieme nel gruppo di studio, impegnati a risolvere un dannatissimo esercizio di matematica.

Nessuno dei due avrebbe immaginato che solo il loro gruppo sarebbe riuscito a trovare la soluzione all’esercizio. Come amici; chi lo avrebbe immaginato?

«Dirigo i miei passi sulla via della pace» (cf Luca 1,79).

La pace ci rende fratelli in Dio, Padre di tutti.

Il nostro frutto e la pace,

pane con cui cresce la fratellanza.

Mostra del ricamo 24-25 ottobre 2020

Anche quest’anno il nostro Gruppo Ricamo viene a stupirci con le sue creazioni.

La mostra è aperta SABATO 24 ottobre dalle 15,30 alle 19 e DOMENICA 25 ottobre ore 9-12 e 15,30-19.

Nel rispetto della normativa anticontagio

Festa del Crocifisso 19-25 ottobre 2020

Una Messa noiosa

su FAMIGLIA CRISTIANA  N.28 (12 LUGLIO 2020)

Omelia e Saluto dalla Messa del 20 giugno

Proponiamo l’omelia e il messaggio di saluto di don Eugenio nella Messa celebrata sabato 20 giugno alle ore 18.00

Omelia

Messaggio di Saluto

Un saluto a don Eugenio!

Il video con i saluti a don Eugenio da parte della nostra comunità, proiettato sabato 20 giugno dopo la S.Messa.

Si ringraziano tutti i partecipanti e Lorenzo Tufano per il montaggio!

 

Messaggio di saluto da parte dell’Azione Cattolica della parrocchia, letto alla fine della Messa di saluto di Sabato 20 giugno.

Rimini, 20 giugno 2020

Caro don Eugenio,
con la mia voce ti porto il saluto di tutti i bambini, ragazzi, giovani, adulti, genitori, educatori e responsabili dell’Azione Cattolica della nostra parrocchia.

Innanzitutto: grazie. Grazie perché in questi cinque anni hai camminato con noi, di fianco a noi, davanti a noi, alla nostra comunità.

Quando una persona cammina, lascia un’impronta, una traccia di sentiero. E se più tempo batte un percorso, più profonda e nitida sarà la traccia.

E quali tracce ci lascia don Eugenio? Proviamo ad individuarne alcune.

Essere presente.

La prima differenza “evidente” di una persona la fa la disponibilità. Esserci o no, fa la differenza. Ti ringraziamo perché ci sei stato, anche nei momenti in cui eri a Roma per studiare. Campeggi estivi, programmazioni, incontri, chiacchierate in parrocchia, due parole nel tuo studio,…

Ascolto e cura.

Quando le persone si sentono ascoltate, si sentono accolte. E ciò contribuisce a quel senso di cura che noi laici cerchiamo nella figura del sacerdote. Almeno noi laici di AC cerchiamo. Non il sacerdote manager ma il sacerdote pastore che “conosce le sue pecore e le sue pecore conoscono lui”. Anche se il pastore a cui si riferisce il brano evangelico è, non te ne voglia male, sicuramente più buono di te.

Una fede autentica, generosa e creativa.

Non è semplice dare prova della propria fede, perché sappiamo tutti che non è più grande di un granello di senape. Ma è grande abbastanza perché si possa vedere incarnata nel tuo essere sacerdote, padre e fratello maggiore spirituale.
Generosità, creatività, operatività e anche tanta simpatia sono sicuramente aspetti che hanno caratterizzato il tuo ministero in questi anni. Continua a custodirli sempre!

 

E ora che sarai di là, ad un paio di km dalla nostra parrocchia, non ti libererai facilmente di noi. Suona come una minaccia, ma tanto sai che ci piace fare delle cose con San Raffaele (eh sì che loro sono bravi!). E ora che ci sei tu di là al capo della baracca, ci piacerà ancora di più!

Allora, per citare il mitico Bilo di cui prenderai il posto, “stai sereno!”… Ma non perché sarà semplice, ma perché siamo sicuri che il Signore è con te e ti custodisce nel tuo ministero.

Siccome questo non è un addio, ti salutiamo con un meno solenne “arrivederci signor parroco!”

Tutta l’Azione Cattolica del Crocifisso

Cinque anni al Crocifisso!

Abbiamo intervistato qualche settimana fa il nostro ormai ex “viceparroco” insieme a don Renato.

Un bilancio di questi cinque anni al Crocifisso di don Eugenio, ormai parroco nella vicina parrocchia di San Raffalele, alcuni aneddoti e sfide per il futuro.

Un’intervista doppia tutta da guardare!