Martedì in parrocchia (per bambini, ragazzi, giovani)

Campo elementari

Pellegrinaggio a Loreto con don Vittorio Metalli

Prima comunione e Cresima – continuiamo insieme

Domenica 5 maggio 35 bambini all’ultimo anno di catechismo, detto anno dei Sacramenti, hanno ricevuto la Prima Comunione e la Cresima.

Anche i genitori sono stati coinvolti attraverso delle proposte a momenti di riflessione e convivialità che cercano di intercettare quel desiderio di sperimentare la parrocchia come un posto in cui sentirsi a casa. La semplicità delle proposte e la presenza costante, in termini di vicinanza e di affetto dei nostri sacerdoti ha proprio agevolato questo processo in un circolo virtuoso.

Ora per i ragazzi e i loro genitori si è aperta la possibilità di conoscere la loro comunità più da vicino e di avere una proposta educativa e ricreativa che non finisce con i Sacramenti, ma ci auguriamo che possa avere un seguito con il Gruppo medie e/o all’interno dei gruppi Scout e di Azione Cattolica.

Vieni e vedi – serate di catechesi

Anniversari di matrimonio

Solenne Veglia Pasquale

Processione e S. Messa ore 11 delle Palme

Carnevale delle invenzioni

Tombola dei Re Magi

Veglia di Natale organizzata dal gruppo famiglia

Festa al Crocifisso 2023

Mese di maggio

Anniversari di matrimonio

Via Crucis dei bambini

Domenica delle palme

Anniversari di matrimonio 16 aprile

Festeggeremo  insieme gli ANNIVERSARI DI MATRIMONIO del 2023 nella S. Messa di domenica 16 aprile ore 11. Per mortivi di organizzazione è necessario prenotarsi presso la segreteria parrocchiale.

Bambini senza sacramenti

Famiglia Cristiana 19/01/2023

BAMBINI SENZA SACRAMENTI, OCCORRE UN CAMBIO DI PASSO

Un tempo anche le coppie sposate solo civilmente o conviventi davano modo ai figli di ricevere i sacramenti dell’iniziazione (Battesimo, Prima Comunione, Cresima). Oggi, invece, molti bambini non vengono nemmeno battezzati. Anche i miei nipoti (figli di mia figlia) non lo sono stati. Che fare? – NONNA ANNA MARIA

Risponde Don Tonino Lasconi

«Che fare?», Anna Maria, è la domanda che la Chiesa, in tutte le sue componenti, dai vescovi alla catechista della piccola parrocchia di montagna, si sta ponendo, e dovrebbe porsi con più profondità e incisività, perché quello che sta accadendo – tu hai citato un esempio molto significativo – è il passaggio sempre più evidente dalla fede per consuetudine a quella per convinzione. Questa mutazione, in atto da decenni, ha avuto un’accelerazione decisiva con il Covid. In questi due anni, quelli che continuavano stancamente la pratica religiosa e la celebrazione dei sacramenti (Matrimonio e iniziazione cristiana) per motivazioni più sociali (festa e regali) che di fede, si sono accorti che si sta bene anche senza sacramenti, senza catechismo, senza prediche, senza… E allora perché non farne a meno? Detto, fatto.

«Che fare?», chiedi tu. Non basta – lo si è visto e lo si vede – né spostare l’età di Comunione e Cresima verso l’alto o verso il basso né il ritorno nostalgico a quando «almeno il Padre Nostro e l’Ave Maria li sapevano tutti, e nelle chiese si pregava sul serio», né celebrazioni creative a favore di Facebook o performance da influencer piazzisti. Serve prendere sul serio quello che Paolo VI continua a ripetere inascoltato da cinquant’anni: «La evangelizzazione perde molto della sua forza e della sua efficacia se non tiene in considerazione il popolo concreto al quale si rivolge, se non utilizza la sua lingua, i suoi segni e simboli, se non risponde ai problemi da esso posti, se non interessa la sua vita reale» (Evangelii nuntiandi n. 63). Il “popolo” di oggi non è più neanche quello di qualche anno fa, e figuriamoci di quello di decenni fa.

Ciò richiede che tutte le energie spirituali e materiali siano impegnate a «tenere in considerazione questo popolo concreto», in modo che ascolti, si interroghi e scelga, risparmiandogli le stesse prediche, lo stesso approccio clericale, le stesse pratiche inutili, come affannarsi a trovare padrini e madrine non conviventi, non sposati soltanto civilmente, non divorziati, e per firmare attestati di idoneità per la parrocchia confinante. Purtroppo, si può e si fa.

Però, se vogliamo davvero annunciare il Vangelo, bisogna prendere di nuovo le misure e la bilancia. Pensa se si decidesse di dedicare agli adulti tutte le risorse che vengono spese per il catechismo dei bambini, abbandonando l’illusione di crescere piccoli cristiani e di “attirare” i genitori attraverso di loro, quando si può arrivare ai bambini soltanto con la testimonianza di una chiesa “di adulti” che li accoglie benevolmente. Intanto, però, nell’attesa di questa “conversione” cosa possiamo fare tu, io, e tutti quelli che hanno a cuore la fede in Gesù e una Chiesa viva?

Una cosa c’è: tendere con più decisione a una fede capace di confrontarsi serenamente e intelligentemente con i problemi di oggi. Anche con i figli e i nipoti non battezzati! Gesù assicura che tra strada, sassi e rovi c’è sempre uno spazio sorprendente di terreno buono. Hai visto mai!

I cantieri di Betania. Il Cammino sinodaIe continua.

Il documento della CEI per il secondo anno del Cammino sinodale (leggi)

La libertà sessuale dei ragazzi.

«La libertà sessuale dei ragazzi. Com’è difficile trovare le parole per parlarne»

Che cosa si può dire ad una ragazza di 18 anni che ti viene a raccontare, con libertà e forse con candore, che è andata a letto alcune volte con un suo coetaneo non per amore, ma per provare. Che dopo di ciò, non lo ha più cercato perché temeva che lui iniziasse a provare qualcosa per lei. E che non può dirlo ai suoi genitori perché, secondo lei, ne farebbero una tragedia esagerata?

Come suora che lavora in oratorio e prova a stare accanto agli adolescenti, mi sono sentita di richiamarla a un esercizio della sessualità più ragionato e meno banale, ma mi sono accorta che le mie parole risultavano stonate anche a me, perché non facevano presa su questa ragazza, per altre cose così matura e profonda.

Mi sembrava di ripetere qualcosa che sì, è giusto e riafferma un valore, ma forse non coglie qualcosa dei ragazzi di oggi. Io ho solo una decina di anni più di questa ragazza, ma stento a trovare le parole giuste. (suor Cristina)

 

risponde Fabrizio Fantoni, Psicologo e psicoterapeuta (su F.C. 8/2022)

Cara suor Cristina, è già un bene che questa ragazza sia venuta a parlarle, forse sentendo che avrebbe trovato in lei un’ascoltatrice attenta e sensibile, prima ancora che un adulto che dice la sua, anche a fin di bene.
Questa ragazza ha capito che lei l’avrebbe ascoltata fino in fondo, senza interromperla e senza dare giudizi. Perché solo con questo nostro silenzio senza interruzioni possiamo pensare che i ragazzi saranno poi disponibili ad ascoltare quanto gli diremo.
Perché questa adolescente è venuta a raccontarle la sua storia?
Forse per mettere ordine nei suoi pensieri, forse perché ha intuito che la comunicazione attraverso il sesso può attivare sentimenti ed emozioni intensi che vanno oltre il piacere fisico e la novità dell’esperienza. Tant’è che si è ritirata quando si è accorta che il ragazzo iniziava a sentire per lei un’attrazione non solo sessuale.
Proprio da questo forse si può partire per rendere più vicino a questa ragazza l’invito a una sessualità “meno banale”, come lei giustamente sottolinea.
I gesti del sesso sono “parole” forti e intense, rivolte a un’altra persona. Sono incontro con una persona fisicamente e mentalmente differente.
Che cosa voleva dire questa ragazza? Ha tenuto conto che quanto lei comunicava a quel ragazzo poteva diventare l’occasione per uno scambio profondo? Che in quei momenti guardarsi negli occhi apre una prospettiva più ampia che si può cogliere soltanto se lo scambio riguarda anche i sentimenti reciproci?
Allora con questa ragazza si può cercare di ricordare che il piacere provato, che sembra già grande, può esserlo molto di più se si colloca all’interno di una prospettiva di amore: una conoscenza profonda dell’altro, uno scambio di pensieri e di emozioni, una scelta reciproca, non confinata nello spazio angusto dei pochi giorni trascorsi insieme.
Allora forse si aprirà in questa ragazza una prospettiva differente: una disponibilità alla riflessione morale, una rinnovata profondità.