Il referendum e il falso mito delle cosiddette “droghe leggere”

Antonio Mazzi – su FC 40/2021

Il referendum e il falso mito delle cosiddette “droghe leggere”

 

Non riesco a capire perché il vaccino secondo alcuni sia quasi diffusore di morte e la cannabis invece sia un medicinale che per i suoi effetti benefici viene appena dopo il “sangue di san Gennaro” e l’invenzione della penicillina.

Credo che i miei quasi quarant’anni di vita con i tossicodipendenti possano testimoniare quanto siano intossicati (c’è anche una tossicità intellettuale) i promotori del referendum e coloro che l’hanno sottoscritto.

Quasi tutte le persone (e sono state migliaia) che sono passate per le mie trenta comunità avevano cominciato con le cosiddette “droghe leggere”. Purtroppo, sono stati centinaia i morti. Alcuni nomi sono scritti su una parete del­la nostra cappellina. Quelli che non sono morti, sono tornati sulle piazze, nelle galere, negli ospedali per l’Aids e nei cimiteri.

Per fortuna nemmeno un terzo dei miei ex ragazzi ha fatto questa fine. Però, i tossici intellettuali dicono che noi raccontiamo favole perché a detta di queste persone anche io, come gli altri miei colleghi, viviamo, sfruttiamo e facciamo i nostri affari proprio con la scusa delle droghe.

Non perdo tempo per riportare statistiche e percentuali. Solo mi rattrista pensare che queste scemenze passeranno in Parlamento e riempiranno i giornali per settimane trascurando problemi ben più gravi.

In Italia, certo, sono state legalizzate le cose più strane… E c’è persino chi ha tentato addirittura di associare il Green pass ad Auschwitz!

Forse ha ragione il nostro presidente Sergio Mattarella quando nel discorso tenuto a Pizzo Calabro per l’inaugurazione dell’anno scolastico ha detto che i ragazzi sono migliori dei loro genitori e dei loro insegnanti.

Cito frasi del discorso: È incoraggiante e importante l’adesione dei giovani alla campagna vaccinale: numeri che speriamo diventino sempre più grandi. Non di rado in famiglia sono stati proprio i giovani a spiegare le buone ragioni dell’immunizzazione, a rompere gli indugi e a fare per primi il vaccino, anche quando i genitori tentennavano. Volevano uscire da casa i ragazzi, tornare con gli amici, e così hanno aiutato tutta la società. Quando nascono grandi speranze sociali, i giovani sono protagonisti. Qualche volta le esprimono con radicalità. Con le scuole riaperte si allacciano i fili che si erano interrotti o che erano diventati più esili: certo, anzitutto lo studio, ma anche le relazioni, le amicizie, l’insieme di quelle esperienze cosÌ decisive nella vostra formazione. E questo trasmette energia a tutta la comunità nazionale. •