“Nozze di diamante” per la nostra chiesa

Proprio 60 anni fa la nostra chiesa parrocchiale, così come la vediamo oggi in via del Crocifisso 17, iniziava a prendere forma. Era il 28 aprile del 1957 e, con cerimonia solenne, il Vescovo di Rimini Mons. Emilio Biancheri benediceva e posava la “prima pietra”. Una cerimonia partecipata da moltissimi parrocchiani, come testimoniano le foto conservate negli archivi parrocchiali, che stiamo or ora digitalizzando in occasione di questo anniversario.

Una chiesa apertamente richiesta dal Vescovo Mons. Luigi Santa al parroco don Antonio (Terzo) Sanchini, a cui affida la cura pastorale della parrocchia e il compito di edificarne una nuova chiesa il 20 aprile 1949.

La sede chiesa parrocchiale era infatti situata, dal 1482 (anno in cui il Vescovo di Rimini Castelli la eleva a parrocchia), nella chiesetta di Sant’Andrea “dell’Ausa”, così nominata per l’omonimo fiume che ne percorreva (e ancor oggi, seppur in un percorso diverso) i territori, posta alle pendici del colle di Covignano. La vecchia chiesetta, che è stata costruita nel 1253 e prima sede di un monastero di donne dette “del Mirasole”, è ora una costruzione privata di colore rosso appena sopra la nuova rotonda tra via Covignano e via Santa Cristina. Era una parrocchia suburbana, ma di fatto rurale. Le parrocchie di San Gaudenzo, Riconciliazione, Risurrezione, San Raffaele, Padulli sono nate negli anni dal territorio della nostra parrocchia. Ulteriori informazioni potete trovarle nella pagina “Storia” del nostro sito.

Capitoli a parte meritano la denominazione “del Crocifisso” e anche la storia delle vicende legate alla precedente chiesa di sant’Andrea, che nel V secolo fino al XV secolo, indicava una chiesetta nell’attuale parcheggio di via Melozzo da Forlì (già “Foro Boario”), che diede quindi il nome al borgo Sant’Andrea (la chiesa di san Gaudenzo nascerà solo nel 1858) (la storia di questa chiesetta è reperibile in questo opuscolo).

Ci furono ben 3 tentativi, nella prima metà del 900’, tutti infruttuosi, di ricostruzione della chiesa: nel 1904 ad opera del parroco Don Serafino Massari (pensate che si fece una raccolta popolare che raccolse solamente 267 Lire), nel 1937 e 1941 ad opera del parroco don Giuseppe Ricci.

Negli anni 50, complice il boom economico, l’aumento demografico e la crescita della città “fuori dalle mura”, la chiesetta risultava inadatta alle esigenze: partirono allora i lavori di costruzione, non senza fatica, della chiesa parrocchiale in via del Crocifisso (all’epoca in “aperta campagna”), con i soldi provenienti dal “contributo statale per danno di guerra”. Danno che non subì la nostra chiesa di via Covignano, ma la chiesetta della “Madonna del Paradiso”, una vecchia cappella barocca, già utilizzata come deposito prima della guerra, posta nei pressi del Duomo, completamente distrutta dalle bombe americane. Il Vescovo Luigi Santa assegnò al parroco, nel 1949, i diritti di ricostruzione della suddetta chiesa, che era in realtà di proprietà del Capitolo della Cattedrale.

Curarono le perizie tecniche e i lavori l’ing. Cesare Succi e il geom. Giuseppe Maioli.

La nuova chiesa, insieme alla canonica e alle opere parrocchiali furono consacrate solennemente il 27 settembre 1958. Occorre sottolineare che le attuali opere parrocchiali sono state ricostruite nel finire degli anni 80’: la vecchia canonica si trovava dove ora c’è parte del campo da basket e il tendone giallo, mentre la sala del circolo ANSPI è l’unica parte rimasta delle vecchie opere (insieme al selciato in cemento).

Una parrocchia storica, una chiesa non troppo anziana e una comunità, con le sue difficoltà, viva… è il proseguo di una bella storia!

Filippo Pasquini
Ricerche eseguite negli archivi parrocchiali

In occasione di questo anniversario, facciamo un appello ai parrocchiani: se avete notizie (testimonianze, documenti, volantini), fotografie, diapositive o filmati storici della nostra parrocchia, se avete piacere di condividerlo, vi invitiamo a contattare la redazione web della parrocchia (webmaster.crocifisso@gmail.com) per mettere in comune il materiale (se è “non digitale”, lo riconsegneremo una volta digitalizzato) per costruire uno “storico” della nostra comunità, un archivio digitale di foto e video, dato che fino ad ora ne siamo stati sprovvisti (se non di poche immagini), per festeggiare al meglio questo 60° compleanno, magari con un bel video o una bella pubblicazione  a settembre 2018.